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al testo di Rosetta Sacchi
Uno strano inquilino?
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Non è per il bassorilievo sul portone che sostano e scrutano l’androne. L’occhio ha il suo limite specie se vestito d’opaco, dell’anima non ha alcun riflesso. Non per le stanze sontuose avanzano, per le preziose nicchie i drappi alle finestre e le parole che suonano come un carillon. Ma per quell’inquilino che libero s’aggira e tanto più caparbio quando più è additato pel suo comportamento. E’ per il pensiero di quell’inquilino che non teme mai l’altrui giudizio.
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Dedalus
- 25/02/2020 22:53:00
[ leggi altri commenti di Dedalus » ]
Se a questo testo si volesse dare un equivalente poetico con un tessuto diversamente stratificato, scegliendo una versione rimata, il risultato sarebbe un qualcosa di insopportabile e di deprimente monotonia perchè verrebbe a scomparire quel ritmo naturale che la poetessa in forma sempre diversa imprime alle sue liriche. In questa lirica è "quell inquilino/che non teme mai l’altrui giudizio" a farne le spese, su questipotetico "lui" sabbatte il pensiero e la velata riflessione della poetessa in un linguaggio per nulla rigido ma fluido, poco grandiloquente e meno prevedibile.
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