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Uno strano inquilino?

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Non è per il bassorilievo sul portone

che sostano e scrutano l’androne.

 

L’occhio ha il suo limite specie

se vestito d’opaco, dell’anima

non ha alcun riflesso.

 

Non per le stanze sontuose

avanzano, per le preziose nicchie

i drappi alle finestre

e le parole che suonano

come un carillon.

 

Ma per quell’inquilino

che libero s’aggira

e tanto più caparbio

quando più è additato

pel suo comportamento.

 

E’ per il pensiero di quell’inquilino

che non teme mai l’altrui giudizio.

 

 Dedalus - 25/02/2020 22:53:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Se a questo testo si volesse dare un equivalente poetico con un tessuto diversamente stratificato, scegliendo una versione rimata, il risultato sarebbe un qualcosa di insopportabile e di deprimente monotonia perchè verrebbe a scomparire quel ritmo naturale che la poetessa in forma sempre diversa imprime alle sue liriche. In questa lirica è "quell’ inquilino/che non teme mai l’altrui giudizio" a farne le spese, su quest’ipotetico "lui" s’abbatte il pensiero e la velata riflessione della poetessa in un linguaggio per nulla rigido ma fluido, poco grandiloquente e meno prevedibile.

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